La Via Mala, la bellezza del creato tra Uomo e Natura

L’itinerario che vi proponiamo è suggestivo ricco di storia e bellezze naturali, un itinerario che ci parla di forre, insenature, acque cristalline che in inverno con le temperature rigide si trasformano in cascate e candele di ghiaccio.

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Un importante tassello del legame tra uomo  e natura, mi piace pensare in questi itinerari che la mano sapiente di Dio abbia seguito la natura e l’uomo affinché scalfissero tra queste pietre ciò che si definisce la bellezza del creato.

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Un viaggio in quella Val di Scalve, dal latino “skalf” traducibile in fessura, seguendo la Vallis Decia, cioè la valle del fiume Dezzo come la chiamavano gli antichi romani, termini che ben rappresantano la morfologia di questo lembo di terra montana.

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La Via Mala e quel tratto di strada circa 8km (SS.294) che unisce la frazione di Dezzo di Scalve del comune di Colere a Angolo Terme (Valle Camonica e provincia di Brescia) scendendo poi tutta la Val d’Angolo  fino a Darfo Boario Terme.

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Una strada che si può definire storica, sebbene il primo progetto fu pensato attorno al 1838 con esito negativo, ma oramai l’esigenza di riuscire a rendere la valle transitabile era “cosa da fare” . Si deve a questo precario collegamento il fatto che la valle di Scalve sia rimasta bergamasca quando, nel 1859, la valle Camonica passò dalla Provincia di Bergamo a quella di Brescia.

Via Mala Bregamo Brescia

Il primo progetto di un collegamento tra la valle di Scalve e Angolo risale al 1838 dal Dott.Dolci di Almenno nel 1857 all’ingegnere Fiorini di Darfo, per il quale si trovarono d’accordo alcuni comuni della zona, soprattutto quelli scalvini. Ma non fu una decisione facile, per la quale si dovettero superare campanilismi e diffidenze reciproche. A un sacerdote scalvino, don Pietro Bofelli va il merito di aver premuto per il progetto e di aver sollecitato l’opera. A capo di una delegazione di valligiani andò a Torino, allora capitale d’Italia, ottenendo un sussidio governativo per il cantiere. I lavori iniziarono nel 1862 e tre anni più tardi la strada era già transitabile.

Via Mala Bergamo

Il tratto risultava comunque pieno di problemi sia in inverno che durante l’estate, e cosi che tra gli anni 60  in pieno boom dell’estrazione mineraria con la costruzione di alcune gallerie la strada fu migliorata. A seguire negli anni 80 e 90 furono eseguiti lavori d’ampliamento e nuove gallerie, al fine di rendere piu’ scorrevole il traffico e la massiccia presenza di persone che si recano in villeggiatura nelle località sciistiche (Colere, Schilpario).

Via Mala Brescia

Dopo parecchi anni di disinteresse di questo tracciato si è partiti con la riqualificazione di un primo lotto adibito  a percorso turistico,  in questo tratto nei giorni invernali molto rigidi si possono ammirare le famose cascate e candele di ghiaccio della Via Mala, un percorso ben sistemato adatto a tutti e privo di pericoli. Si parte comodamente dall’ampio parcheggio vicino alla vecchia casa cantoniera dove oggi è presente un “Info Point” e un accogliente ristorante.

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Salendo si passa la prima galleria e sulla destra si trova un piccolo ponte sospeso da cui si può ammirare la profonda insenatura e lo scorrere del fiume Dezzo. Come dicevo poc’anzi in inverno sulle pareti sottostanti il percorso si ammirano candele e cascate di ghiaccio spettacolari. Proseguendo su questo tratto,  a destra troviamo le pareti rocciose con i sistemi di protezione,  a sinistra il ciglio sulle forre del Dezzo e ancora delle vecchie gallerie. L’itinerario continua, sempre sul tratta della vecchia Via Mala,  qui pero’ lo scenario cambia di colpo, diventa tutto brullo e incustodito, dando a quest’ultimo tratto di strada una caratteristica selvaggia, con l’irrigidirsi delle temperature lo spettacolo la fa da padrone.

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In questo punto vogliamo precisare che se il fascino e l’avventura sono al top cosi  il rischio è altrettanto, dunque vi consigliamo in ogni stagione un caschetto protettivo, scarponi da montagna e ramponi nella stagione invernale perche’ il ghiaccio sulla ex manto stradale raggiunge spessore e estensione molto vasta, anche dalle pareti col disgelo o per assestamento, le candele di ghiaccio si possono staccare, di conseguenza il rischio è molto alto e dunque “il gioco non vale la candela”. In estate il fondo sconnesso potrebbe creare problemi o traumi, riepilogando in questo tratto massima prudenza, attrezzatura idonea e nel caso farsi accompagnare da chi conosce il posto. La natura e affascinante ma come diceva un vecchio escursionista: “Ricordatevi sempre che la natura ama essere padrona di se stessa” .

Carlo Picinali

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