Simone Moro conquista il Nanga Parbat
Per l’alpinista Simone Moro la conquista d’inverno del Nanga Parbat è il sogno proibito, la meta che si lascia conquistare dopo due tentativi precedentemente falliti. Dovete sapere che non si tratta di una montagna qualsiasi, ma della famosa “mangiauomini” che si e’ portata via con sè anche il fratello di Reinhold Messner, Gunther, nella discussa spedizione tedesca del 1970.
Il Nanga Pàrbat , conosciuto anche come Nangaparbat Peak o Diamir è la nona montagna più alta della Terra con i suoi 8125 metri ed e’ situata in Pakistan. È il secondo ottomila , dopo l’Annapurna, per indice di mortalità, ovvero rapporto tra vittime ed ascensioni tentate, tanto da essere spesso soprannominata anche the killer mountain .
Ed è proprio qui che si fa più grande la conquista di Simone: il bergamasco conquista la vetta, per la prima volta nella storia dell’alpinismo, durante l’inverno. Accompagnato dallo spagnolo Alex Txicon e dal pakistano Ali Sadpara, Simone era partito il 6 dicembre per Islamabad, Pakistan. A differenza di come erano andate le cose nel 2012 e il 2014, questa volta, il tempo e’ stato dalla sua parte: sole, assenza di vento e temperature piu’ alte della media. Più semplice di quello che mai Simone Moro si sarebbe immaginato. Questione di fortuna o pure lo spirito della montagna assassina aveva ceduto davanti alla caparbietà del bergamasco?
Dopo due mezi e venti giorni di spedizione, il 26 febbraio 2016 alle 15,37 locali (le 11,37 in Italia) arriva su Facebook l’annuncio che fa entrare Moro nella storia dell’alpinismo. La vetta tanto sognata era stata raggiunta.
Insieme anche l’altoatesina Tamara Lunger, compagna di spedizione di Moro, che si è, pero’, fermata sotto la cima. Intorno ai 72oo m ci si trova nella zona chiamata dallo stesso Messner “la zona della morte”. In quel punto, la presenza dell’ossigeno è rarefatta , al punto da provocare cambiamenti tangibili a livello del fisico: il sangue si fa più denso e la respirazione diventa difficoltosa.
Pare che nel 1970, in quella zona, Gunther Messner si era sentito male: presentava allucinazioni. I motivi erano, oltre alla mancanza di ossigeno, la mancanza di acqua e cibo. Avvolto da una valanga , Gunther scompare sotto la neve. Il fratello Messner lo cerca per tre giorni mettendo a rischio la propria vita. Reinhold è salvato dagli abitanti locali , mentre il corpo di Gunther viene ritrovato nel 2005 sulla parete Diamir.
Tornando alla conquista di Simone Moro, vogliamo fare i nostri complimenti all’apinista bergamasco che entra praticamente nella storia : 4 otto mila metri raggiunti d’inverno. AUGURI CAMPIONE