Piccola rubrica delle affermazioni dialettali bergamasche, prendiamo il considerazione l’affermazione: so gnèch (sono arrabbiato). Il modo spiccio, ma certo non privo di efficacia, di indicare l’arrabbiatura gnechìsia. Sinceramente, non so se questi termini siano o fossero meno efficaci per indicare lo stato d’animo dell’arrabbiato più di quello usato oggigiorno: “incasàt” (incazzato). Sta di fatto, comunque, che in quello stato d’animo, se il soggetto veniva stuzzicato o provocato, potesse partire anche “ü pögn” (pugno) o “ü sgrögn” o “ü sgrügnù” (sgrugno).
Sempre in tema bella l’affermazione: “so gnàch gnìt gnèch”. Sembra uno scioglilingua per imparare a pronunciare la gn! Questa affermazione non è traducibile con lo stesso significato nella lingua italiana. A proposito di gn, mi vengono in mente gli gnocchi, gnòch, gustoso piatto della semplice cucina nostrana e, a seguito, l’affermazione “l’gh’è ‘ndacc a fond i gnòch” (gli sono andati a fondo gli gnocchi).
La locuzione fa solo riferimento all’arte culinaria (dove tutti sanno che gli gnocchi sono cotti quando vengono a galla e, mai e poi mai potranno andare a fondo) ma in realtà si riferisce al fatto che un impresa o un affare sia fallito. Con lo stesso modo di dire si indicava anche la rottura della relazione fra due innamorati “du chì parla ‘nsèma”. Con l’augurio a tutti che “al va àghe mia a fond i gnòch”, vi do appuntamento alla prossima.
Giuliano Todeschini
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