Bugs Bunny è un coniglio grigio che appare nei cartoni animati delle serie Looney Tunes e Merrie Melodies, ed è in assoluto uno dei personaggi più famosi al mondo.
È “nato” nel 1938 a Brooklyn, da molti padri: Ben “Bugs” Hardaway (che ne creò una prima versione nel 1938 per “Porky’s Hare Hunt”), Bob Clampett, Tex Avery (che sviluppò la personalità definitiva di Bugs nel 1940), Robert McKimson (che ne creò l’aspetto grafico definitivo), Chuck Jones e Friz Freleng. Ma secondo Mel Blanc, il suodoppiatore americano, il suo accento è una miscela paritaria di quello del Bronx e di quello di Brooklyn. Negli albi d’oro del dopoguerra, il suo nome venne tradotto con Lollo Rompicollo, ma in seguito si è affermato l’uso del nome originale.
È noto per la sua celebre battuta “Che succede, amico?” (“Eh, what’s up, doc?” nell’originale) e i suoi scontri conTaddeo, Yosemite Sam, Marvin il marziano, Daffy Duck, e anche Wile E. Coyote, quando questi non è alle prese con Beep Beep. Quasi invariabilmente, Bugs Bunny esce vincitore da questi conflitti, perché fa parte della sua natura. Ciò è particolarmente evidente nei film diretti da Chuck Jones, che amava mettere in gara “vincenti” e perdenti”. Preoccupato che il pubblico potesse perdere simpatia per un aggressore che vinceva sempre, Jones trovò il modo perfetto per rendere Bugs simpatico facendo sì che i suoi antagonisti usassero ripetutamente minacce, sbruffonate e scorrettezze. Offeso in questo modo (solitamente tre volte) Bugs affermava di solito “Naturalmente, ti rendi conto che questo significa guerra” (una battuta ripresa da Groucho Marx) e il pubblico dava a Bugs il suo tacito assenso alla rappresaglia. Altri registi come Friz Freleng facevano sì che Bugs aiutasse altri personaggi in difficoltà, creando così circostanze accettabili per le sue cattiverie. Quando Bugs incontra altri caratteri “vincenti” come lui, tuttavia, come la tartaruga Cecil nell’episodio Tortoise Beats Hare, o il Gremlin diFalling Hare, i suoi risultati sono piuttosto scadenti; l’eccesso di fiducia tende a lavorare contro di lui.
Bugs Bunny è un equivalente moderno della figura mitologica dell’imbroglione.
Nella lingua inglese “Bugs” o “Bugsy” è un sinonimo di “pazzo”.
Un’altra frase è stata resa celebre da Bugs Bunny nei corti diretti da Chuck Jones: molti di questi cominciavano con la figura di Bugs che sbucava da un tunnel e scoprendo di essere nel posto sbagliato esclamava: “Lo sapevo che avrei dovuto svoltare a sinistra ad Albuquerque” (“I Knew I should have taken that left turn at Albuquerque”).
IL PAPA’ di Bugs Bunny
Bugs Bunny. Credit: Chuck Jones Center for Creativity. Looney Tunes Characters © & TM Warner Bros.
La vita di Chuck Jones può essere riassunta in numeri. Settant’anni di carriera, 250 film, quattro statuette Oscar e decine di famosi personaggi animati che sono usciti dalla sua straordinaria matita. Da Bugs Bunny a Daffy Duck, da Pepè Le Pew a Wili il coyote. Ora l’arte di Jones è diventata una bellissima esposizione di schizzi, disegni, manifesti, filmati e citazioni intitolata “What’s Up, Doc”, che apre il 19 luglio al Museum of the Moving Image di New York. Rimarrà aperta al pubblico fino al 19 gennaio 2015. “Lascia perdere tutto quello che è ordinario, disprezza i luoghi comuni”, si legge al museo in una sua famosa citazione. “Se senti la necessità di focalizzarti su una cosa sola, fai sì che sia qualcosa di inusuale, di bizzarro, di esoterico, di inaspettato”. Tutto quello che Chuck Jones creò fra il 1939 e il 2002 fu fuori dall’ordinario. I suoi personaggi – quasi tutti animali dal comportamento umano – assumono una nuova prospettiva nelle sale del museo perchè li si vede trasformati dal primo tratto della matita fino a interi cartoni animati. Uno dei pezzi forti della mostra – organizzata in collaborazione con lo Smithsonian Museum e il Chuck Jones Center for Creativity – è “What’s Opera, Doc”, un film del 1957 in cui il mastro dell’animazione calò Bugs Bunny nell’esilerante ruolo di una diva della lirica