L’esperiènsa – Esperienza in dialetto Bergamasco
Tratteremo oggi di come, attraverso i detti dialettali, viene considerata l’esperienza.
“Al val piö la pratica de la gramatica” (vale più la pratica della grammatica) come dire che conta di più l’atto pratico che l’aspetto teorico.
“Ol fa l’insegna a fa” (il fare insegna a fare), “Chi no sa fa, no sa comandà” (chi non sa fare non sa neppure comandare) tuttavia sappiamo che “nissü i nas maester” (nessuno nasce maestro).
Certo che l’esperienza ce la si fa anche sbagliando infatti “quando s’è stacc iscotàc da l’acqua colda, s’ gh’à pura a’ de chèla fregia” (quando si è stati scottati dall’acqua calda, si ha paura anche di quella fredda) salomonicamente si diceva “chi non pròa, no crèd” (chi non prova, non crede).
Concludendo “Töcc i laùr bisognerès pödì fai du olte” (tutte le cose bisognerebbe poterle far due volte) e allora “Quando s’è ècc bisognerès pödì turnà zuègn” (quando si è vecchi bisognerebbe poter tornare giovani) cioè da giovani bisognerebbe avere l’esperienza che si ha da vecchi, ma sappiamo bene che: “se il giovane volesse e il vecchio potesse, non vi sarebbe cosa che non si facesse.”
Articolo di Giuliano Todeschini